Il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha indetto un contest: si chiama “I luoghi del cuore”, e dà la possibilità a chiunque di segnalare un luogo italiano che ritiene importante valorizzare e proteggere, o che magari si trova in una situazione di degrado e ha quindi urgente necessità di ricevere interventi di restauro.
Oltre a permettere agli utenti di votare il proprio luogo preferito e contribuire quindi alla sua valorizzazione, il contest ha anche un benefico “effetto collaterale”: esplorando la mappa interattiva, l’utente può scoprire tantissimi luoghi sconosciuti di cui, probabilmente, non avrebbe mai sentito parlare nell’arco di una vita intera.
L’ultima notizia è che anche il Giardino della “nostra” Reggia di Colorno è stato candidato tra i luoghi degni di essere preservati, essenzialmente per motivi di progressivo degrado: la parte romantica del Parco infatti è stata dichiarata “off-limits” nel 2013 a causa del pericolo di caduta rami, ma quella che doveva essere una chiusura temporanea è ormai diventata permanente. La Provincia ha stimato che servirebbero tra i 200 e i 250 mila euro per mettere in sicurezza il parco e rimuovere gli alberi pericolosi.
Da quando Maria Luigia trasformò il giardino della Reggia in parco romantico all’inglese nel 1820, non sono praticamente mai stati compiuti interventi di manutenzione, cosicché quello che doveva essere un giardino artificiale è “venuto su” come se fosse un bosco, sviluppando la complessità di un ecosistema che ha potuto evolversi spontaneamente per 200 anni.
Ci piacerebbe, in questo articolo, raccontarvi la storia del Giardino (e inevitabilmente anche della Reggia a cui è legato), per farvi comprendere la sua bellezza e l’importanza di proteggerlo e preservarlo.
LE ORIGINI
Fino alla fine del Cinquecento la Reggia di Colorno non è nient’altro che una rocca, un’austera fortezza quadrilatera fatta erigere da Azzo da Correggio per difendere l’Oltrepo. Conquistata nel 1448 da Francesco Sforza, viene da esso assegnata a Roberto Sanseverino, suo fedele condottiero.
Sul finire del Cinquecento l’aspetto della rocca venne rinnovato da Barbara Sanseverino, donna di vasta cultura e animatrice di un cenacolo letterario a cui partecipavano anche i Gonzaga e gli Estensi. Fu lei a trasformare il fortilizio in una residenza signorile, collezionando dipinti di Tiziano, Correggio, Mantegna, Raffaello, Parmigianino e nobilitandola con un giardino all’italiana.
Nel 1612 Ranuccio I Farnese condannò Barbara alla decapitazione per sospetta congiura e ne confiscò tutti i beni, tra cui anche la residenza di Colorno.
LE TRASFORMAZIONI: giardino all’italiana, poi alla francese, infine all’inglese
Sotto i Farnese il Giardino subì notevoli trasformazioni: si arricchì quindi di alte siepi di bosso e monumentali fontane, mentre un celebre ingegnere idraulico venne fatto venire dalla Francia appositamente per realizzare la Grotta Incantata, popolata da automi dalle sembianze di divinità mitologiche che si muovevano e cantavano azionati da complessi meccanismi idraulici.
Fu in questo periodo che la Reggia di Colorno guadagnò il nome di petite Versailles, mentre i viaggiatori dell’epoca descrivono il Giardino come “luogo di delizia e meraviglia”.
Con l’arrivo dei Borbone, il giardino all’italiano farnesiano venne trasformato nel giro di pochi anni in giardino alla francese, grazie soprattutto all’opera dell’allora giardiniere di Versailles: François Anquetil detto il Delisle. Fu lui a ideare quella particolare conformazione prospettica, grazie alla quale i tre viali che partono dallo scalone della Reggia sembrano allungarsi all’infinito.
Poi il Ducato venne annesso all’impero francese e Maria Luigia trasformò il giardino della Reggia in parco romantico all’inglese.
LA STORIA RECENTE
E’ con l’Unità d’Italia che inizia il periodo di decadenza del Giardino, mentre quello della Reggia era già iniziato molto prima, quando don Carlo di Borbone aveva cominciato a “spogliare” le sale interne di tutti gli arredi e le collezioni d’arte per trasferirle a Napoli (spoliazione che continuò poi con i Savoia).
Recentemente la Provincia di Parma ha provveduto a ripristinare la prima parte del Giardino, con il parterre alla francese, i giochi d’acqua e i berceux laterali, mentre la parte romantica all’inglese è (come anticipato a inizio articolo) chiusa al pubblico.
La Reggia e il suo Giardino storico oggi sono sede di importanti eventi:
- Ogni anno, a primavera, nel giardino del palazzo, viene allestita la Mostra dei Fiori “Nel Segno del Giglio“, importante esposizione florovivaistica a livello nazionale, aperta al pubblico, che registra la presenza dei più prestigiosi operatori del settore.
- Proprio in questi giorni, fino a metà dicembre, le sale della Reggia sono sede di esposizioni fotografiche di importanti autori emiliani, nell’ambito del ColornoPhotoLife.