Due appuntamenti per gli appassionati di storia e arte: i prossimi due sabati di ottobre (16 e 25), alle ore 16 presso la Pinacoteca Stuard, avverranno due incontri di carattere storico-artistico, conversazioni a ingresso libero incentrate su alcuni capolavori delle ricche collezioni comunali.
Il primo incontro, intitolato “i disegni per il teatro nuovo di Maria Luigia”, è avvenuto sabato scorso, mentre i prossimi saranno dedicati rispettivamente alla bottega di Sebastiano Ricci, celebre pittore veneziano e padre del rococò italiano, e alle opere parmensi del Correggio. Il titolo della serie, “Incontri del levriero“, rinvia tanto allo splendido disegno attribuito al Parmigianino e custodito nella Pinacoteca, quanto alla bellezza di un animale versato per la caccia, ricordandoci di non trascurare mai di riscoprire ogni giorno le ragioni e le emozioni della bellezza.
Questi incontri sono un’occasione per riscoprire uno dei gioielli della nostra città, la Pinacoteca Stuard: un tempo ala orientale dell’ex monastero benedettino di San Paolo, dopo la secolarizzazione dei beni religiosi in età napoleonica la struttura venne adibita a usi civili, fino a quando il Comune di Parma non decise di farne la sede dei musei civici. Nel corso degli anni la Pinacoteca si venne arricchendo di numerose collezioni, comprendenti stampe, arredi e dipinti di pittori prevalentemente emiliani e toscani.
La serie di incontri è stata promossa dal FAI Parma, la delegazione di Parma del Fondo Ambiente Italiano, a cui abbiamo deciso di dedicare questo articolo perché condivide la nostra stessa filosofia: una forte focalizzazione suiluoghi come Beni culturali da preservare e la necessità di valorizzare il territorio.
Tutta l’opera del FAI ruota infatti attorno alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione, così com’è previsto dall’articolo 9 della Costituzione Italiana. La missione dell’organizzazione è quella di promuovere una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni. Da quasi 40 anni uno degli obiettivi del FAI è infatti restaurare e riaprire al pubblico i monumenti e i luoghi di natura che gli sono affidati e che, senza il suo intervento, sarebbero destinati all’abbandono.
Oggi l’organizzazione si occupa di curare 50 Beni in tutta Italia: parchi, castelli, ville, dimore storiche e abbazie ma anche piccoli gioielli come un’edicola storica nel cuore di Mantova, o un’antica barberia genovese, la maggior parte dei quali donati da privati o affidati in concessione dalle istituzioni.
Qui la mappa completa dei luoghi che il FAI si occupa di curare e valorizzare, divisa tra quelli aperti, quelli tutelati e quelli in restauro.
Abbiamo utilizzato il termine “cura” e non “gestione” perché il FAI non prende semplicemente “possesso” delle strutture allo scopo di conservarle, ma le restaura, si occupa della manutenzione quotidiana, interviene nella conservazione delle oltre mille opere d’arte e collezioni in esse contenute.
Dopo la tutela, la valorizzazione: il FAI si impegna nel promuovere questi luoghi non soltanto come attrazioni turistiche o location dal grande valore storico, ma soprattutto come luoghi da vivere, da conoscere e da amare: i Beni vengono aperti al pubblico, alle classi delle scuole, messi a disposizione per eventi privati o aziendali, posti al centro di itinerari culturali, artistici ed enogastronomici.
E’ interessante soffermarsi sui principi guida dell’organizzazione, che in questo caso prendono come oggetto di attenzione l’ambiente, ma che sono in realtà applicabili per realizzare qualunque progetto e rendere piena e gratificante qualunque esperienza umana:
- Conoscenza: ogni azione deve mirare innanzitutto a mettere in rapporto l’uomo con l’oggetto del suo interesse.
- Concretezza: l’ideazione deve essere seguita dalla messa in atto, dalla realizzazione di progetti che avvicinino allo scopo finale.
- Coerenza: dimostrare di essere focalizzati sull’obiettivo, di aver scelto una strada e di essere alla costante ricerca dei mezzi adatti per percorrerla.
- Indipendenza: dimostrare di non subire condizionamenti di alcun tipo, di stare agendo per il conseguimento di un Bene comune.
- Qualità: cercare di raggiungere il miglior risultato possibile coi mezzi a disposizione, tendendo sempre all’eccellenza, per rendere l’esperienza memorabile.
Al momento del suo insediamento in città, avvenuto a luglio di quest’anno, il responsabile della delegazione FAI di Parma Giovanni Fracasso ha sottolineato gli obiettivi che lui e il suo staff si sono prefissati: prima di tutto un presenza capillare del FAI nel mondo della scuola, con laboratori didattici, visite guidate, progetti specifici per gli istituti superiori e collaborazioni con le università, allo scopo di sensibilizzare i giovani alla tutela del nostro immenso patrimonio artistico.
«Poi – ha aggiunto Fracasso – occorre creare un rapporto intenso tra cultura e mondo delle imprese, consapevoli che cultura ed eccellenze del Made in Italy possono essere le basi per la rinascita economica italiana» (fonte: gazzettadiparma.it). Obiettivi concreti dunque, non sterile divulgazione di sani principi, con alla base una chiara consapevolezza: che la cultura è una virtù rivoluzionaria, l’unica in grado di dare all’uomo il suo vero potere e la sua vera espressione.