Domani, 13 gennaio 2015, alle 17:30 alla Reggia di Colorno avverrà la consegna del Premio Sant’Ilario, che quest’anno andrà a una grande personalità dell’enogastronomia: Albino Ivardi Ganapini, fondatore di “Alma”, la celebre scuola internazionale di cucina italiana che ha sede proprio nel Palazzo Ducale di Colorno.
Il 15 maggio 1979, in una soffitta di via Bixio, uno sparuto gruppo di parmigiani amanti della nostra città firma un Sodalizio, da cui poi nascerà l’associazione culturale “Parma Nostra”. L’associazione si pone l’obiettivo di recuperare e salvaguardare tutto quanto si può catalogare come cultura parmigiana; quindi interventi nel campo del dialetto, della storia, dell’Arte, delle tradizioni della musica, del canto e, perché no, della buona cucina della nostra città.
Nelle edizioni precedenti sono stati premiati ad esempio Baldassarre Molossi, direttore della Gazzetta di Parma fino al 1992; Tiziano Marcheselli, giornalista, scrittore e pittore autore di migliaia di articoli di argomento storico, artistico e folcloristico locale; Bruno Lanfranchi, uno dei più grandi attori dialettali di Parma; Renato Scrollavezza, celebre maestro liutaio e direttore della Scuola internazionale di liuteria.
Il premio di quest’anno, come abbiamo già anticipato, andrà ad Albino Ivardi Ganapini, presidente di Alma. Conferire il premio a un personaggio del genere significa, nelle intenzioni di “Parma Nostra”, porre l’accento sul valore culturale della cucina, intesa come arte, insegnamento, innovazione e ricerca.
Tutti conosciamo Alma come il più autorevole centro di formazione della Cucina italiana a livello internazionale; la scuola che ha formato i grandi maestri della cucina, della pasticceria e del mondo del vino; il luogo dove hanno studiato personalità del calibro di Gabriele Rubini (meglio noto come “Chef Rubio”), Simone Nebbia, considerato oggi il miglior sous-chef d’Italia (secondo la Guida ai Ristoranti d’Autore 2015), Roberta Zabbialini, iscritta a Alma nel 2008 e ora proprietaria di una pasticceria a Tokyo.
Alma, così come le Strade dei Vini e dei Sapori e i Musei del Cibo, nasce in un’ottica di valorizzazione del territorio: serve a creare un percorso che riguarda tutti gli aspetti dell’enogastronomia, quelli tecnici, quelli storici e quelli culturali, in modo da valorizzare appieno il nostro enorme patrimonio culinario.