Giambattista Bodoni. Stampatore, editore, disegnatore, incisore, ideatore di caratteri tipografici. In quest’epoca che celebra il design e la comunicazione in ogni sua forma e applicazione, la sua figura è quanto mai attuale. Non tutti lo sanno, ma in Pilotta abbiamo un intero museo dedicato a lui: il Museo Bodoniano.
Con questo articolo vorremmo presentarvi la figura di Bodoni, da sempre trascurata persino dai parmigiani stessi: come arrivò a Parma quasi “per caso”, i metodi e gli strumenti del suo lavoro, in che modo è divenuto il tipografo più famoso al mondo, i luoghi e i personaggi storici legati a lui.
IL PERSONAGGIO
E pensare che fu quasi per caso che Bodoni arrivò a Parma. Dopo il suicidio del direttore della tipografia in cui lavorava, egli decise di trasferirsi in Inghilterra in cerca di fortuna, ma una sifilide improvvisa lo costrinse a rimandare il viaggio. Fu proprio allora che venne contattato dal duca di Parma Ferdinando, che gli propose di diventare direttore della Tipografia Reale.
L’Imperatore non fu l’unico a riconoscere il genio di Bodoni: prima e dopo di lui si recarono nella sua bottega a Parma sovrani, principi e intellettuali di tutta Europa, dal Re di Napoli Giocchino Murat al ViceRe d’Italia Eugenio Beauharnais, passando per Ferdinando di Borbone, Parini, Alfieri e tanti altri.
LA STAMPERIA
Il luogo in cui venivano prodotte le ambite edizione di Bodoni era la “Stamperia” o, come è stata rinominata dal curatore della mostra, la “Fabbrica del libro perfetto”. Essa era situata all’interno del vecchio Palazzo della Pilotta, proprio dov’è collocato attualmente il Museo Bodoniano, che raccoglie una collezione composta da migliaia di volumi, carteggi e strumenti tipografici della stamperia Bodoni.
IL MANUALE TIPOGRAFICO
Il suo ideale di perfezione e di “Bello Tipografico” viene espresso compiutamente nella sua opera magna, resa pubblica dalla moglie dopo la sua morte e intitolata “Il manuale tipografico”. In essa troviamo i primi esempi di caratteri moderni: raffinati e rigorosi come quelli di John Baskerville ma non rigidi e formali come quelli del rivale francese Firmin Didot. Nella prefazione al testo inoltre Bodoni espone i quattro principi o qualità che costituiscono la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici:
- La regolarità del disegno
- L’eleganza unita alla nitidezza
- Il buon gusto
- L’incanto
(fonte: Wikipedia)

Come potete notare, sono tutte qualità applicabili non soltanto alla tipografia, ma a ogni forma di espressione artistica e, in definitiva, alla vita stessa, e forse fu proprio il credere fermamente a questi principi a renderlo maestro in ciò che faceva.
IL MUSEO BODONIANO
Il corridoio centrale contiene apparecchiature per la realizzazione dei caratteri, i punzoni, gli stampi e gli schizzi di Bodoni, oltre alla pressa utilizzata dal tipografo per la stampa. Le pareti sono tappezzate da enormi manifesti illustrativi che descrivono le varie classificazioni dei caratteri.
Mentre è educativo vedere i libri originali che spiegano le tecniche tipografiche, un’altra cosa interessante è osservare gli schizzi originali di Bodoni, divisi tra esperimenti nell’ambito del design e scrittura informale.
Il luogo che ospita il Museo è il Complesso monumentale della Pilotta, meglio noto ai parmigiani semplicemente come “la Pilotta”, è quell’insieme di edifici situato tra Piazzale della Pace e il Lungoparma. Il nome Pilotta deriva dalla “pelota basca“, il gioco praticato dai soldati spagnoli nel cortile del Guazzatoio. Il Complesso, la cui costruzione inizia attorno al 1580, ha subito svariate modifichenel corso dei secoli, prima a causa di ampliamenti e demolizioni voluti dalle famiglie dei Farnese e dei Borbone, poi a causa dei bombardamenti avvenuti nel maggio del 1943.
Oggi il complesso ospita, oltre al Museo Bodoniano, anche la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale, il Teatro Farnese, il Museo Archeologico Nazionale e l’Istituto d’Arte Paolo Toschi.